Dove nascono gli scacchi? Come si sono evoluti nel corso del tempo? Perchè i pezzi hanno nomi differenti nelle diverse parti del mondo? Qual’è la vera storia degli scacchi?
L’Alfiere (Gaja), nella storia degli scacchi
Nel Chaturanga (India VI secolo D.C.), l’Alfiere con il nome “Gaja” raffigurava l’Elefante, un’arma tipica degli eserciti indiani dell’epoca.
Il Gaja poteva muoversi solamente di due case in diagonale, saltando così i vari pezzi lungo il suo tragitto.
Questo movimento, però, permetteva al Gaja di potersi muovere solamente in otto case in tutta la scacchiera.
Teorie sull’evoluzione del suo movimento
Ci sono tuttavia teorie sull’evoluzione del movimento del Gaja. Tra le più accreditate troviamo, due pezzi che potrebbero aver attribuito movimenti particolari a questo pezzo, ovvero:
- il Dabbaba (Carro da Guerra): due case in verticale o in orizzontale
- il Generale d’Argento dello Shoji attuale: una casa in diagonale o una casa in avanti
Con il suo arrivo in Europa la sua forma, ma anche il nome iniziarono a subire delle mutazioni.
I persiani nel VII-VIII sec. D.C. lo chiamarono “Pil” (Elefante), mentre gli arabi nel VIII-IX sec. D.C. “Fil” (Elefante). In Europa nel X secolo D.C. entro quindi come “Fil”, ma preceduto dall’articolo determinativo “al” utilizzato dagli arabi, diventando meglio conosciuto come “Al Fil” (L’Elefante).
Giunto in Europa iniziò la sua più grande metamorfosi!
L’elefante non essendo un animale molto tipico di quel tempo portò a delle difficoltà nell’inquadrare questo pezzo.
- In Spagna prese semplicemente il nome di “Alfil” (parola all’epoca del tutto nuova in spagnolo che ancora oggi continua ad indicare solamente il pezzo degli scacchi).
- In Italia per assonanza divenne “Alfiere” (Portabandiera – unici al mondo ad attribuirgli questa figura/mansione).
- In Francia oltre ad una possibile assonanza, il suo nome deriva anche dalla fisionomia con cui arrivò. Vista la difficoltà di intagliare nel legno la figura dell’Elefante, gli arabi crearono una “pedina” con due rostri per identificare le zanne dell’animale. Così “Al Fil” divenne “Le Fil” e poi “Le Fou” (il Giullare), ipotizzando che i due rostri del pezzo, fossero le punte del copricapo del Giullare.
- In Inghilterra i due rostri vennero interpretati come la Mitra (il copricapo del Vescovo), cambiando così il nome in “Bishop” (Vescovo). Già nel famoso set dell’isola di Lewis del XII secolo, si riscontra la presenza del “Vescovo” tra i pezzi utilizzati.
- In Russia torna ad essere l’Elefante chiamandolo “Slon“, mentre in Mongolia diventa il Cammello, e in alcune lingue slave l’Arcere.
- Uno dei casi più caratteristici arriva però dalla Germania e da buona parte dei paesi europei, dove l’Alfiere, in tedesco “Laufer” rappresenta il Messaggero/Corridore. In questo caso, il pezzo ha preso il nome da una variante degli scacchi non ortodossi (XII sec.) chiamata “gli scacchi del messaggero” (courier chess), dove per la prima volta l’antenato del nostro Alfiere si muoveva come l’attuale pezzo.
Ai giorni nostri l’Alfiere viene rappresentato con il classico taglio/spaccatura sulla testa grazie al modello Staunton del 1849, creato in Inghilterra dall’artigiano Jaques Staunton. Il taglio serviva a rappresentare in versione “minimal” il Mitra del Vescovo.